#TheFirstSecond di Armel Le Cléac'h : da solo, faccia a faccia con me stesso
© Maxime Moulin
Voile
mercoledì 26 settembre 2018

#TheFirstSecond di Armel Le Cléac'h : da solo, faccia a faccia con me stesso

L’ultimo gesto prima della partenza, quello di mettere la maschera o gli occhiali, ci fa penetrare nella nostra “bolla”. Questo momento particolare, intimo, carico di vissuto e di emozione, è “The First Second”: parla dell’essere umano, che precede l’atleta o l’appassionato di outdoor. Condividi con Julbo questo sguardo interiore…


#TheFirstSecond di Armel Le Cléac'h : da solo, faccia a faccia con me stesso   

 

« Sono l’ultimo che sale a bordo. Da solo, faccia a faccia con me stesso… »


Per Armel, la voglia di vincere è sempre stata forte quanto la passione per la vela. 

Anche se costruisce le sue vittorie in un crescendo, esse esprimono soprattutto una relazione forte con tutta la squadra, di cui si sente il prolungamento… Per questo appassionato di Heroic fantasy, navigatore impegnato in una lotta dantesca con l'oceano, ogni traiettoria che lo porta a una nuova partenza è un rinnovato confronto con l’imprevisto, con la propria volontà e con il suo principale avversario: se stesso.

A quando risale il tuo primo sapore della vittoria?

Armel : “A quando avevo 9 anni, avevo terminato la prima regata nel mezzo del gruppo, e alla consegna dei premi sono stato preso da un desiderio molto preciso: essere quello che riceve la coppa. Un anno dopo, ho passato il traguardo in testa. Sull’acqua trascendo me stesso, vivo veramente una gara, una battaglia: mi impegno con una grande esigenza, con durezza…”

E questa vittoria, come la prepari?

Armel : “La vigilia di una corsa, non ci si dice: vincerò! Ci si impegna molto tempo in anticipo, con ambizione… Bisogna già convincersi di poterci riuscire. Io procedo una tappa dopo l’altra. Dopo la mia prima solitaria del Figaro, non mi sono detto: «Farò la Vendée Globe». Ho prima voluto vincere la Figaro. Passando le tappe e i livelli uno dopo l’altro, mi sento capace di fare una corsa più difficile, più lunga. È un po’ la mia maniera di essere: non sono uno scavezzacollo, non voglio tentare il diavolo a tutti i costi…”

“Ma innanzi tutto, per fare una solitaria, bisogna lavorare con una squadra con la quale la fiducia sia condivisa: da soli non si arriva a nulla! Ci va un sacco di tempo di preparazione. A terra, forse, ho difficoltà a essere il leader. Non sono per il conflitto, il dibattito. Anche se so quello che voglio, ho fiducia negli altri!

Vincere una Vendée Globe significa tre anni di lavoro e dieci anni di vita con tutte le persone con cui la si prepara, che mi sono state accanto, che mi sostengono. Io sono l’ultimo staffettista della squadra.”

La navigazione in solitaria è la difficoltà finale?

Armel : “Di fronte all’oceano, bisogna sapersi adattare agli imprevisti e non subirli, e non sempre è facile in solitaria. Si può rapidamente entrare in un modo di pensare negativo… Si passa il tempo ad anticipare quello che accadrà tra un'ora, cinque ore, tre giorni! E poi, in pochi minuti, si è di fronte alla rottura, allo sconforto, si devia per un salvataggio… Non si è più nell’anticipazione e si reagisce con i riflessi, senza sapere come andrà a finire!

So che ci saranno altre vittorie, ma ci saranno anche delle sconfitte, dei fallimenti, degli incidenti, come una scuffia... È la vita di un marinaio! Se ce la farò a livello mentale? Oggi so che la vita è fatta di alti e bassi, abbandoni, rotture, vittorie... Mi piace, per esempio, osservare la cultura dei pugili, di quegli sportivi che perdono, ma ritornano e vincono nuovamente. Me ne servo molto.

Sono l'ultimo che sale in barca, dove si è soli, faccia a faccia con se stessi. Il mio primo avversario sono io…”

Che cosa sogni in mare?

Armel : “I sogni su una barca da corsa spesso sono strampalati, a volte sono situazioni angoscianti, come nelle serie televisive… Mi è successo di svegliarmi da un incubo in mare, urlando!”

Chi sono i tuoi eroi?

Armel : “Da giovane ho letto Il Signore degli anelli di Tolkien, l’avventura di un tipo abbastanza semplice che parte per vivere cose incredibili e che alla fine torna a casa. Ho fatto un parallelo con il mio primo giro del mondo…”

E le tue prossime avventure?

Armel : “Oggi, ho la fortuna di navigare su un grande trimarano di 22 m, una barca che vola... Lo preparo per la Route du Rhum, con l'obiettivo di arrivare primo. E poi, un record del giro del mondo... È una nuova storia da scrivere!”

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