Emilien jacquelin

Biathlon

CHI OSA, VINCE

Paese
Francia
Nato/a nel
1997

Quando si ama il Biathlon, si ama la drammaturgia che caratterizza questo sport, gli improbabili capovolgimenti di situazione, i duelli sugli ultimi tiri, le pallottole che sfrecciano a una frequenza pazzesca, il gioco con il pubblico... Quindi, si ama necessariamente Emilien Jacquelin!

L’attacco e lo spettacolo!

Il francese è cresciuto nel Vercors, dove lo sci nordico è una cultura collettiva. Destinato a una carriera nello sci di fondo (è stato campione di Francia a 15 anni), ha scoperto il Biathlon con i suoi fratelli. Inizialmente è un pessimo tiratore, ma si pone l’obiettivo di invertire la tendenza. E ci riesce! Va detto che Emilien Jacquelin non è il tipo che fa le cose a metà. Né nello sport, né nelle altre passioni che coltiva: la musica e la fotografia.

Quello che a volte viene chiamato il “lucky luke” del Biathlon è un attaccante. Un corridore per istinto. Non sorprende che i suoi due formati di gara preferiti siano l’inseguimento e la mass start. Ama l’attacco e le sfide corpo a corpo. Sono un modo per lui di esprimere il suo senso tattico. Non c’è da stupirsi, quando sappiamo che il suo altro sport preferito è il ciclismo e i suoi idoli sono Pantani, Nibali o Pinot. Pedalare è un vero bisogno per Emilien che divora i chilometri durante il periodo di preparazione estivo, sia che si tratti di road trip su gravel, con i suoi amici, o dell’Étape du Tour.

Julbo - Emilien jacquelin

Tutto per la vittoria

Emilien Jacquelin non lo nasconde: gli piace vincere, essere in testa, avere la gara in pugno. Probabilmente è questo che gli permette di trascendere se stesso durante le grandi gare. Come se, in queste gare di un giorno, il suo cervello lasciasse parlare solo l’istinto. Rischiare diventa una questione di genialità e nulla gli resiste più.

Come ai Campionati del Mondo del 2020 ad Anthloz-Anterselva. Dopo un ultimo tiro e un ultimo giro incredibile, batte allo sprint una delle icone della disciplina, il norvegese Johannes Boe, e diventa Campione del mondo nell’inseguimento. È la sua prima vittoria ai massimi livelli e la prima dimostrazione del suo incredibile carisma. Confermerà il suo successo l’anno successivo, nel 2021 a Polkjuka, sempre nell’inseguimento.

Ma quando si ha la pretesa di voler vincere la Sfera di cristallo della classifica generale, gli exploit non bastano. L’equazione non è affatto semplice: si direbbe quasi un dilemma corneliano. Come si fa a guadagnare in costanza e a mitigare il proprio lato “temerario”? Come si fa a continuare a giocare il tutto per tutto, controllando maggiormente le cose? È senza dubbio questa la sua sfida più grande. Il francese le ha vinte tutte, allora perché questa dovrebbe resistergli?

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